CHI VUOLE ELIMINARE LA STORIA DEL CRISTIANESIMO DAGLI INSEGNAMENTI UNIVERSITARI?
 







di Emilio B E N V E N U T 0




Chi ha avuto la fortuna di compiere il suo “cursus studiorum” in un Ginnasio-Liceo in tempi in cui il Dicastero della Pubblica Istruzione era affidato a un Giovanni Gentile e non a un  oscuro mercatante dei nostri giorni ingloriosi, ricorderà certo come tutto l’insegnamento ruotasse intorno allo studio della storia, ritenuta, non a torto, “magistra vitae” e fondamento della educazione civica. In otto anni si passava dai rudimenti di storia antica, medioevale, moderna e contemporanea impartiti nelle prime tre classi del Ginnasio inferiore, allo studio più approfondito dalla storia dell’antico Oriente, della Grecia e di Roma nelle due classi (4.a e 5.a) del Ginnasio superiore e medioevale, moderna e contemporanea nelle tre classi del Lice0, ove finiva col ruotare intorno a esso l’insegnamento d’ogni altra disciplina, con la storia della letteratura Italiana, storia della letteratura latina, storia della filosofia, storia delle scienze matematiche, fisiche enaturali, storia dell’arte. Val quasi dire che in quel corso di studi si fosse voluto affermare il primato delle discipline storiche, in quanto formative di colui che si apprestava a divenir “cittadino”.  Era più  che logico che fosse la storia del Cristianesimo a spiegare il trapasso, che non ebbe - e non poteva avere - soluzione di continuità tra mondo antico e mondo medioevale  ed essa non fu ignorata in quei programmi.

Fu quindi logico che le Università Italiane, cui era  commesso il compito di  adeguatamente preparare insegnanti di storia, si munissero di cattedre di storia del Cristanesimo, al pari di quelle di storia greca o romana, di storia medioevale o moderna, del diritto  romano o italiano, delle dottrine politiche o economiche e via dicendo.

Insigni docenti hanno reso queste cattedre illustri (ad altissimi fastigi sono giunte quelle di Bari, Napoli e Roma) e presto hanno dato vita a una “scuola”italiana di Storia del Cristianesimo, che è oggi ritenuta tra le prime, se non la prima, al mondo.

Ma  ai nostri governanti par lecito ignorare che cattedre di storia del Cristianesimo esistono e continueranno a esistere  in Australia, in Belgio, in Canada, in Francia, in Germania, in Gran Bretagna,  In Grecia, in Israele, in Nuova Zelanda, in Olanda, in Polonia,  in Spagna, nel Sud-Africa, negli USA.

Il Prof. Alberto Melloni lamenta d’aver scoperto che la sua disciplina (Storia del Crisianesimo  e delle religioni) sta per essere cancellata dagli ordinamenti universitari, in ossequio alla vigente politica di tagli, dal Ministero guidato da Francesco Profumo. Si rassereni il Prof. Melloni: saranno pur cretini  i nostri “mercatanti”, ma non sino al punto di ignorare che la nostra Costituzione garantisce ampia autonomia e libertà dui scelta di ordinamenti, facoltà, corsi di laurea, cattedre e insegnamenti alleUniversità degli Studi.
                                                                                                           E m i l i o   B e n v e n u t o
prof. emerito di  archeologia   






2012-05-08


   
 



 
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