Straordinaria la potenza delle differenze. È infatti dall’unione tra il maschile ed il femminile che nasce l’uomo. È l’opportuna diversità genetica che irrobustisce la specie. Ed è dalle differenze di mondi emotivi, psicologici e culturali che nasce, si sostanzia e si alimenta il dialogo tra gli individui. Anche il dialogo musicale. Chopin, Beethoven, Schubert e non solo, hanno proficuamente attinto dalla musica popolare, Debussy, Ravel ed altri dal jazz. Ben vengano quindi ricerche musicali che coniugando contributi disparati sortiscono nuove atmosfere emozionali stimolando progressi creativi. Tra le più recenti, quella di un trio, The Turban Project, costituito da Rashmi Bhatt, Nour Eddine Fatty ed il nostro Massimiliano Cocciolo. Indiano il primo, vissuto in un ambiente ricco di danza, teatro e musica della sua India. Percussionista, esperto di tabla, strumento tipico del suo Paese, oggi in Europa, haaccumulato esperienze artistiche eterogenee attraverso collaborazioni con musicisti quali Ayub Okada, Marcus Stockhausen, Nursat Fathe Ali Khan, Naseer Shamma e Shakira, esibendosi per il mondo. Il secondo, marocchino, oggi a Roma, vessillifero della sua particolare cultura musicale, chitarrista e cantante, si è esibito addirittura per il papa Giovanni Paolo II. Autore di colonne sonore è protagonista di incisioni discografiche. Il terzo, sassofonista, può vantare ampie esperienze musicali rock e pop e di musica indonesiana. Contributi massimamente distanti i loro, quindi, magicamente armonizzati dalla musica, per suggestioni sonore nuove e fascinose e, chissà… da semplici danze popolari sono venuti fuori i valzer di Beethoven, Schubert, Tchaikovsky, il bolero di Chopin, l’habanera di Bizet, le tarantelle di Liszt, Rossini, il tango di Stravinskij… |