Biennale, Baratta presidente lo riconferma il ministro Ornaghi
 











Paolo Baratta

La Biennale di Venezia non cambia regia. Il neoministro ai Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi ha confermato Paolo Baratta alla presidenza di una delle istituzioni culturali italiane più prestigiose nel mondo. La decisione, annunciata in commissione cultura del Senato, è arrivata dopo una consultazione del ministro con il sindaco del comune di Venezia Giorgio Orsoni e oltre 4 mila cittadini ed esponenti della cultura italiana, europea e americana che avevano sottoscritto un appello proprio per la sua conferma su "La Nuova Venezia".
Nuovo incarico quadriennale per Baratta, dunque, e un nodo di polemiche che si scioglie. Quello nato dopo dopo che l’ex ministro Giancarlo Galan aveva scelto, proprio sul finire del governo Berlusconi, di designare alla presidenza della Biennale Giulio Malgara, fondatore e presidente dell’Auditel.
"Ringrazio molto il ministro Lorenzo Ornaghi ma ora rispetto nel silenzio l’evoluzione delle procedure" - ha commentato Paolo Baratta,ufficialmente ritornato alla guida della Biennale di Venezia: l’appuntamento con le avanguardie artistiche internazionali, nato nel 1895, che si colloca ai vertici mondiali per la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, per l’Esposizione Internazionale d’Arte e per la Mostra Internazionale di Architettura così come per i Festival di Musica e Teatro e per il più recente Festival di Danza. Il ministro Ornaghi ha annunciato poi, che sarà forte l’impegno del ministero per garantire spazi adeguati alla Mostra del cinema, la più
prestigiosa e antica del mondo.
Defiscalizzazione per i privati. E anche se in tempi di tagli e tassazioni "salva Italia", Ornaghi propone di semplificare le procedure per gli sgravi fiscali ai privati perchè ritenute troppo complicate e farragginose. "Il tema delle sponsorizzazioni  - secondo quanto dichiarato dal neoministro al convegno ’Dare valore, avere valore’ nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati - è rilevante soprattuttoin un momento di crisi. Oggi sugli sponsor grava il 21% di Iva e sulle ristrutturazioni il 10%". Le norme sulla defiscalizzazione sono già presenti nel decreto salva Italia: "Piccole norme, ma per cominciare vanno bene" - sostiene Ornaghi. Poi, riporta il caso della trasformazione da enti lirici in fondazioni: "Non ha dato gli esiti sperati e la privatizzazione è rimasta sulla carta" - ha detto. Così, secondo il ministro la proroga di un anno del termine per i regolamenti, prevista nella manovra non è un rinvio, ma è solo un modo per dare più tempo per organizzarsi meglio.
Incrementare le risorse pubbliche. Necessario, secondo il neoministro, l’aumento delle risorse pubbliche da destinare alla cultura. "Per far questo - ha dichiarato - serve sapere usare i fondi che vengono dall’Europa. Dobbiamo farne l’uso migliore possibile". Secondo Ornaghi, un nuovo punto di vista sulla cultura nel nostro Paese "può nascere da un rapporto nuovo tra Stato, Regioni e Comuni", non tralasciando mapiuttosto evidenziando le "molte lodevoli iniziative private sempre nell’ottica di un giusto rapporto tra pubblico e privato". Secondo il titolare del ministero di via del Collegio Romano questa sarebbe una possibile soluzione alla crisi.
Un milione di euro in più agli istituti culturali. Se la spesa del Ministero per i beni e le attività culturali negli anni dal 2008 al 2011 ha subito un costante decremento delle risorse pari al 30% di quanto complessivamente stanziato in bilancio, solo le risorse destinate al Fus nel 2011 hanno avuto un incremento. Il fondo è infatti passato da 398 a oltre 422 milioni di euro. Le risorse finanziarie utilizzate per il finanziamento dei principali Istituti culturali italiani, come ad esempio il Fondo ambiente italiano o la Fondazione Festival dei due Mondi, sono diminuite dagli oltre 29 milioni di euro del 2008 ai 17,9 milioni del 2011. Ma nel 2012 - assicura Ornaghi - lo stanziamento crescerà a 18,5 milioni di euro.






2011-12-15


   
 



 
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