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Testimonianze


… Ogni composizione di Simonini è una storia a sé estratta dal grande ed alle volte grottesco palcoscenico della vita, una storia alla Bruegel narrata con gran movimento di persone, ciascuna delle quali ha un suo proprio atteggiamento ed una collocazione precisa. Una storia vista, o più che vista osservata, direi analizzata, non tanto attraverso la tentazione di una sottile ironia (che traspare tuttavia qua e là) bensì di un rituale drammatico che sfugge scientamente alla "naivité" per assurgere nel ritmo e nella espressività ad accentuazioni di un sapore grottesco di dimensioni epiche…
… Simonini ci inchioda ponendoci di fronte a un realismo descrittivo in perfetta sincronia con il nostro tempo, le sue distorsioni e le sue inquietudini.
Talieno Manfrini, Simonini a Rovereto, L'Adige, maggio 1978.

… Simonini appartiene al gruppo di operatori attenti a cogliere il piacere del quadro dipinto. In questo senso, il quadro è forte di una sua composizione, di una storia da raccontare, quasi un modulo di informazione o, per lo meno, un segnale di intensa emozione…
… C'è da aggiungere che il discorso di Simonini oltre a recuperare talune riletture di Guttuso e di un "primo" Brindisi, mostra di rifarsi soprattutto all'esasperazione di Bacon, il cui riferi-mento, in alcuni casi è molto evidente. Di questo giovane pittore comunque merita di essere considerata la forza compositiva, che sa essere anche fatica, la capacità impaginativa, l'istinto narrativo deciso e solido pur con i "parecchi problemi da risolvere" di cui lo stesso De Grada è persuaso.
Gian Pacher, Mostre, L'Adige, ottobre 1978.

… Il taglio fotografico che Simonini introduce nella composizione, formalmente tratto da scene di vita collettiva quotidiana, riporta le immagini sul livello apparente dell'acquisto gior-nalistico o quanto meno cronachistico: ma si tratta di un'apparenza, di una collocazione solo formale, perché quei volti, quelle tensioni interiori, quelle passioni che li deformano ormai raramente si destano e affiorano intorno a noi…
… Sono, alla fine, fantastiche astrazioni: non uomini, ma pensieri sugli uomini…
R.S., Simonini e la cronaca, L'Adige, ottobre 1978.

… Le parole sono poche, anzi pochissime; esprime le sue impressioni con stile tagliente e te-legrafico là dove ad altri occorrono fiumi di parole.
Quando dipinge, la musica - la sua, quella della quale è stato per qualche tempo apprezzato esecutore - inonda la soffitta-studio tipicamente in disordine; ma in questo ambiente nascono, ordinate, le sue grandi tele la cui realizzazione mai lo soddisfa compiutamente. Il suo sen-timento creativo non può che relegarlo, da quel perfezionista che è, sul piano dell'eterno scontento.
Emilio Ballestri, Domenico Simonini, Galleria d'arte Jacopo Barozzi, Vignola, 1980.

… Il fatto che questo giovane non si sia adeguato a seguire gli euforismi di breve durata degli anni passati è altamente significativo; esso ha infatti realizzato con fermezza i suoi ideali. Di solito Domenico Simonini vede il mondo con colori blu attenuati; il suo modo di lavorare è rappresentato da grandi superfici perseverando sempre nel suo inconfondibile stile. A questo artista, sempreché continui a lavorare con la stessa serietà come ha fatto fino ad ora, faccio i miei migliori auguri per il suo futuro.
Marie Eichinger, Domenico Simonini, Galleria d'Arte Jacopo Barozzi, Vignola, 1980.

… Simonini, a nostro vedere, non racconta fatti o eventi, ma comunica nelle vaste tessere di un suo enorme mosaico, il suo sentimento della condizione umana…
… Simonini sembra cogliere immagini come un foto-reporter, ma quello che lo interessa non è la cronaca sociale, bensì il suo significato ultimo, ciò che è al fondo degli esseri umani. Benché abile nel disegno, il giovane vignolese deforma le figure, ne distorce i volti ed enfatizza il brutto, dipingendo con spessore materico, a pennellate che ricordano l'esperta sbozzatura a sgorbia dell'artigianato. Tutto rapporta alla sua misura delle cose; spoglia i suoi personaggi di ogni fascino e li colloca nella luce di una condizione primigenia. Ne risulta una realtà povera e transeunte, tutt'altro che poetica o bella, ma profondamente vera…
Arrigo Brombin, Simonini un outsider, Gazzetta di Modena, maggio 1981.

Il giorno 3 ottobre 1982, nella sala della Art Gallery Club di Marina di Carrara (Ms)… si inaugurerà una mostra personale del pittore modenese Domenico Simonini, al quale Raffaele De Grada, ha scritto una interessante nota critica …
… Dal canto mio non posso fare altro, dopo tale presentazione, che invitare tutti gli amanti dell'Arte ad andare a visitare la mostra personale di Domenico Simonini dal 3 ottobre 1982, presso l'Art Gallery Club, a Marina Carrara.
G. Toni-Hoffmann, Incontro con Domenico Simonini, Il Pattino Arte, 1982.

… Il tono prevalente è l'azzurro, quel colore che si fonde in atmosfera conferendo un carattere assai metafisico a ciò che la stilizzazione del disegno ha suggerito per conto suo. Dicevo del disegno, Simonini è un disegnatore.
La deformazione delle sue figure non è artificiale, è voluta come stilizzazione ottenuta col disegno.
Raffaele De Grada, Un po' di storia del "Bice Bugatti", Il Cittadino di Nova, 1983

… Poiché l'incisione è importante, oltreché bella e pregevole di sua natura, vanno elogiate quelle occasioni che cercano di riportarla all'antico splendore (o dignità, o verità che sia), e cioè le rassegne serie, i premi e i concorsi non vacui, e così via: come ad esempio la Biennale dell'incisione italiana di Cittadella, della quale è aperta fino al 31 maggio la quarta edizione…
… Non è possibile citare tutti, ma conviene ricordare le presenze di Finotti, Ferroni, Viaren-go Miniotti, Fersini, Cortellazzo, Pesci, Simonini.
Stefano Ghiberti, Italiani e giapponesi alla Biennale dell'incisione, Gente, 1983.

Con linguaggi incontaminati dalle odierne tendenze, Simonini si concede a una narrazione figurativa dove solitari passanti si muovono in silenzio notturno di strade cittadine.
Si tratta di una intensa composizione di chiari e scuri calibratissimi con uno spiccato senso musicale dello spazio.
Giorgio Ruggeri, Grafica Italiana Bolaffi, 1983.

… Domenico Simonini ha in mostra delle grandi incisioni, con la rigatura dell'acquaforte e dell'acquatinta "a maglie", con contrasti fra lo scuro e l'argento e non chiarissimo della tecnica, le taglie forti dei personaggi, parecchi di essi presi di schiena: anche i dipinti a olio sono bui, quadroni stimolanti per le loro "arie" piuttosto arcane: opere magnifiche proprio per il loro "mistero" e dal punto di vista di uno stile incorruttibile.
Mario Portalupi, Arte "quadrangolare", La Notte, 24 aprile 1984.

"Città e campagna" si intitola la folta suggestiva mostra che, presentata da Raffaele De Grada, s'è inaugurata al "Centro Sala". Per noi che seguiamo dagli inizi l'attività pittorica del vignolese Domenico Simonini, queste grandi tele di soggetto urbano acquistano una drammaticità per i toni cupi, quasi notturni, dei suoi "teatrini dell'angoscia".
Ferruccio Veronesi, Il Resto del Carlino, 31 ottobre 1984.

…Dai brandelli di vita umana qui esposti, dai soffi di speranza liberi da astratte ed inutili let-terature, privi di sterili e complesse rettoriche emana un odore, un caldo e riconfortante sapore che suggerisce, ci riporta e ci riallaccia ai tempi in cui l'uomo era ancora un "anello" integro e leale della catena che lo ricostruì. Catena che oggi, esso stesso, minaccia di spezzare…
Paolo Vallorz, Arte e Cultura, n.4, aprile 1984.

… Da questo clima molto intellettuale si distanzia l'emiliano Domenico Simonini che ci presenta (lui che vive a Vignola, in mezzo alla campagna) l'ambiente scuro delle grandi città, portici e gallerie di metropolitana, metafisici prati di periferia dove da un momento all'altro può avvenire uno dei tanti regolamenti di conti di cui ci dicono le cronache cittadine.
Raffaele De Grada, L'estetica sul metrò, Nuova Modena Flash, 10 novembre 1984.

… Di fronte a tutto l'armeggiare iperrealista e concettuale dei nostri tempi, che si ritrova qui nell'esempio di una squallida urbanistica in Simonini, questi pittori esaltano il modo di vita della campagna, fuori dalla aggressività del mondo d'oggi.
Si elevano, con un senso di pace oltre il fenomeno vivente. Le sue figure vivono in un mondo monastico, estraneo al pulsare cittadino, senza tempo. La tensione di questo giovane artista emiliano tende ad una fondamentale simmetria uomo-spazio, con una struttura geometrica che ricorda il migliore '900 metafisico.
R.A., Città e campagna, Corriere della Sera, 21 aprile 1984.

… La mostra nasce dall'incontro di artisti che hanno sentito in questi anni come i temi della città e della campagna non siano affatto contraddittori come spesso appare. I dipinti modenesi, ma con tanto afflato di colore di fiori e frutti di Maria Luisa Simone, le immagini di stazioni e condotti urbani di Domenico Simonini … fanno di questa mostra una proposta alternativa alle mostre correnti, qualcosa che è nato nel grande grembo della rappresentazione plastica, una iniziativa che ha una sua precisa ragione nel panorama contemporaneo…
Nazario Boschini, Mostra su città e campagna, Nuova Modena Flash, 28 ottobre 1984.

… Simonini entra con discrezione nella solitaria città. La società che egli presenta è metafisica, silenziosa, coperta dagli ovattati passi del pensiero. In lui si abbracciano mitici crolli e o-dierne disillusioni.
Caleidoscopio d'arte sui valori del mondo moderno, La Gazzetta di Modena, 23 novembre 1984.

… Simonini sempre migliore. Il giovane pittore vignolese, ha abbandonato solo un attimo l'atmosfera di presagio, per donarci una dolcissima Donna con carlini. Il colore pare affiorare timidamente dal grande olio, sono tinte pastello, che vogliono "bucare" il buio. Una nuova speranza nasce dall'oscurità: l'uomo non deve avere più paura.
"Città e campagna", un viaggio d'arte verso la provincia, La Gazzetta di Modena, 28 aprile 1985.

… Domenico Simonini. La sua vocazione è inequivocabilmente grafica, come attestano tutte le opere esposte. Il tratto nitido, ben pensato equilibrio dei volumi, lo sfruttamento persin raffinato delle infinite gradazioni dal bianco più luminoso (lucido e lucente, direi) al nero, si sottraggono ad ogni rischio calligrafico grazie alla dominanza diffusa delle tonalità scure, cupe, alleggerite e soggettivizzate dal ricorso a impasti caldi e morbidi.
Elena Calandra, Sul tema città e campagna quattro artisti a confronto, Giornale di Voghera, 21 no-vembre 1985.

Le sale de "Il Vicolo" di via Borroni erano affollate, nonostante la pioggia, sabato scorso, in occasione della presentazione a Voghera del gruppo di artisti "Città e Campagna" da parte di Raffaele De Grada. Gli artisti sono Maria Luisa Simone, Domenico Simonini, Floriano Fabbri, Bruno Ritter …
Antonio Zinni, L'arte come necessità ideale, L'avvenire di Voghera, 14 novembre 1985.

Domenico Simonini, pittore ed incisore vignolese, è impegnato, in questi giorni, in una mostra dal titolo "Città e campagna" che è stata allestita nella galleria "Carini" di Milano.
… Domenico Simonini, giovane pittore vignolese (Simonini ha 35 anni) si colloca con un indirizzo espressivo autonomo ed efficace che punta sul carattere metafisico dei suoi ambienti (interno al bar, persone al ristorante) e di certe scene di vita paesana (mercati, fiere, balli, funerali) colti attraverso un colore abbrunato a mestizia…
Michele Fuoco, Un vignolese a Milano, La Gazzetta, 28 novembre 1987.

… In tutta la sua opera vi è un motivo che si ripete, senza mai stancare, che è quello dell'isolamento fisico e spirituale dell'uomo.
Il dramma umano viene vissuto dai personaggi che alitano nei quadri di Simonini, con rassegnazione e umana coscienza: l'uomo si trova costantemente a raffrontarsi con altri individui, non instaura però con loro un rapporto umano ma sembra isolarsi ancora di più ripiegando su se stesso il dramma che quotidianamente vive, e le angosce che hanno un valore importantissimo in tutta la sua opera…
… Il suo mondo poetico evidenzia una radice metafisica di partenza che viene assumendo un timbro sempre più inedito e fortemente caratterizzato su nuove basi problematiche. C'è, in primo luogo un nuovo tipo di riduzione visiva dello spazio, basata sulla contestuale coesistenza di più dimensioni prospettiche che creano quello spaesamento tipico dell'immaginario surrealista…
Carlo Occhipinti, Spazi metafisici e dramma umano nella pittura di Domenico Simonini, da Antologia critica artisti contemporanei - Ente Biennale della Spezia, 1987.

…Teso, infine, con soffusa tristezza, alla interpretazione di atmosfere metropolitane, Simonini….
Giuseppe Turroni, Galleria Carini, Vivi Milano, 1987.

…Un'opposizione positiva, una pendolarità che genera un movimento. Due tempi, diciamo pure due tasti, nero e bianco, indispensabili per far musica. E fra i due estremi, tutti i colori delle tavolozze: di Maria Luisa Simone (una festosità genesica, che coinvolge nella creatività, paesaggi e animali, le case dell'uomo) e di Domenico Simonini (l'affabilità con l'incisione motiva una pittura netta e silente, di atmosfere lievitanti, misteri privati e collettivi): Marco Mantovani aggiunge le sue sculture, così vive proprio quando spiano l'estinzione, quando tormentano le forme, per liberarne la più segreta struttura.
Alberico Sala, Città e campagna, Electa, 1989.

… Una collettiva a tre, dove Simonini spicca per forza espressiva, robustezza di composizione e vivacità cromatica. Abbandonate certe atmosfere notturne popolate di larve troppo stilizzate per risultare convincenti, ora le sue grandi tele vibrano di rara intensità. Insomma, Simonini ha vinto la sua battaglia…
Ferruccio Veronesi, Arte - Collettiva alla Rocca di Vignola, Il Resto del Carlino, 2 febbraio 1989.

… Nei quadri di Simonini c'è un po' la contesa fra la città e la campagna: la scena mondana del "vernissage" e la cena plein air della Brianza: un dissidio che si accende e si consuma negli incontri quotidiani, nelle fughe del dì di festa, nella condizione impedita degli spazi ovattati dalle sofisticate tecniche dell'abitare…
Gianni Cavazzini, Quadri e statue a Vignola: Mantovani, Simone e Simonini. Tre artisti nella rocca, Gazzetta di Parma, 7 febbraio 1989.

…altro artista certamente interessante è Domenico Simonini, anche'egli presente con una sola opera, un grande olio dal titolo Merli sotto la neve, un dipinto dove il terreno ghiacciato è anche lo sfondo del saltellare dei volatili, in un'originale quanto efficace inquadratura. Anche per Simonini vale la pena di proporre una rassegna di più ampio respiro…
Giovanni Ferro, Appuntamento con l'inverno di Maestri del Novecento - Galleria "Folco", Corriere di Torino e della Provincia, 30 novembre 1990.

…Segnalato più volte al Bolaffi, l'artista ha ricevuto negli ultimi anni numerosi premi e importanti riconoscimenti per le sue opere...
…vince nell'84 il primo premio di pittura Bice Bugatti a Nova Milanese. Nell'85 ottiene a Roma dal Ceic una menzione speciale per la grafica contemporanea italiana a Tokio. Le sue opere grafiche hanno contemporanea italiana a Tokio. Le sue opere grafiche hanno rappresentato l'Italia, a partire dall'87, alla triennale Intergrafik di Berlino. I dipinti di Domenico Simonini attualmente fanno parte di collezioni pubbliche e private: a Milano collezioni della Provincia, a Trento Museo Diocesano, a Rovereto Palazzo Rosmini Serbati, e altri ancora…
Una personale di Simonini in Municipio, Il Resto del Carlino, dicembre 1991

… Nel clima di oscurità degli interni che continua a fasciarle, queste creature esprimono tutta l'insoddisfazione dell'esistenza, di vivere una vita vana e inutile. Ma non ci sono, se vogliamo citare alcuni nomi ai quali si è voluto accostare la pittura di Simonini, gli aspetti sordidi dei personaggi di Sughi il cui dramma tocca l'urlo della disperazione, né gli impegni di lotta sociale alla Guttuso, né ancora la tendenza al simbolismo all'ornamento dei secessionisti anche se da questi ultimi sembra attingere dei criteri di base per la stilizzazione delle sue creature. Che pur nella coscienza del nulla, conservano un fascino particolare per il loro delicato riserbo….
Michele Fuoco, Malinconico Siomonini, Gazzetta di Modena, dicembre 1991

…La mostra è tutta da "leggere" alla luce di un piacere per la figurazione che è pervaso di classe e di venature malinconiche…
…ricostruisce ambienti che brulicano di vita non declamata, molto pudica, molto interiore. Piacciono le sue ricostruzioni, piace quella tavolozza non ridondante ma piena di pittura…
…C'è storia nella pittura di Simonini. Storia capita e vissuta; e riordinata con grande senso della misura ed una vena poetica che raramente traspare dal "genere" figurativo tradizionale.
Carlo Federico Teodoro, Sala mostre del Palazzo Municipale p.zza Grande, L'Unità, 21 dicembre 1991

…Dopo i dipinti dalle cupe atmosfere notturne dei suoi esordi . . . la tavolozza si è fatta accesa ai limiti del turgore cromatico. Le grandi tele sono popolate dai personaggi del nostro "quotidiano", calati in un'atmosfera neorealista… ricorda Alberto Sughi. Come nel pittore cesenate, anche in Simonini tuttavia prevale il "patos" sull'"epos"; la coralità delle "scene" non rende l'idea della concitazione ma di una sorta di magico silenzio, di sospensione e d'attesa.
Ferruccio Veronesi, Simonini espone a Palazzo Comunale in Piazza Grande, Il Resto del Carlino, 24 dicembre 1991.

…Simonini ha saputo cogliere forse l'aspetto più importante di questa nostra società. I vari personaggi che popolano i suoi quadri… Una emblematizzazione mitica dove il vissuto diventa protagonista, sequenza isolata di fotogrammi, dove la vita rivela la sua molteplicità, le sue componenti variate e variabili…
…l'esistenza dell'uomo come fenomeno emblematicamente collettivo ma visto come condi-zione individuale. E' un pittore che conosce il palcoscenico del mondo, è un romantico che ama l'uomo…
Giorgio Cornia, Domenico Simonini, Provincia di Modena, gennaio 1992.

…Domenico Simonini si sta imponendo sulla scena nazionale, ed anche internazionale, dell'arte con l'autorità di un grande artista…
…per la stilizzazione delle sue figure. Che, pur nella coscienza del nulla, conservano un fascino particolare per il loro delicato riserbo. Una lucida visione di un'amarezza profonda è la cifra narrativa di ogni quadro…
…L'atmosfera è tra la gioia e la tristezza, in un sospeso confine tra sorriso e pianto attraverso piani narrativi che, nella tradizione del nuovo, corrono intrecciati e interpretati da un segno vigoroso… e da un colore quasi neutro, alieno da ogni enfasi e descrittivo fino all'ossessione del puntuale che enigmatizza la scena…
Michele Fuoco, La tradizione del nuovo, Arte, gennaio 1992

… la volontà tutta esclusiva di indagare sulle figure che popolano quei palcoscenici della vita, dove l'uomo è allo stesso tempo attore e spettatore. Una indagine meticolosa condotta in profondità con un colore "forte", abbrunito, tutto "interiore" per meglio approdare alla rivelazione delle varie e complesse esistenze…
Michele Fuoco, Cenacolo d'artisti in casa Pavarotti, La Gazzetta di Modena, 5 settembre 1992

…Domenico Simonini (Vignola 1952) ripropone i suoi dipinti ispirati a quel realismo esistenziale caro anche al cesenate Alberto Sughi che è un po' la testimonianza dei nostri giorni tutti dedicati a "sacrificare" al Dio-Consumo, alla cosidetta reificazione, alla prevalenza, insomma, dell'avere sull'essere…
Ferruccio Veronesi, Poesia del bianco-"Città e campagna", Il Resto del Carlino, 17 settembre 1992

… una pregnanza simbolica che coglie ed esprime il travaglio della nuova società urbana, con la sua pioggia di oggetti molto spesso inutili e non essenziali, che contrastano la crescita culturale dell'uomo… E' la denuncia della vacuità di una vita senza ideali ed una segreta nostal-gia di vita pura il messaggio per un invito a rinnovare il canto romantico della natura e dell'io.
Michele Fuoco, Esperienze personali e collettive del vignolese Domenico Simonini, Gazzetta di Modena, 1993.

… Il vignolese Domenico Simonini con questi suoi cinque grandi oli ispirati alla vita della città colta nella desolazione delle sue notti, è ben noto ai modenesi che ne apprezzano la coerenza stilistica e la tenacia con le quali persegue un suo discorso sull'alienazione e la solitudine, veri tarli di questa società del benessere.
Ferruccio Veronesi, La magia della neve, Il Resto del Carlino, 1993.

…Forte dell'attività di grafico, tanto da essere più volte segnalato da Bolaffi, Simonini riesce a dare saldezza alle sue composizioni di vasi di peonie, di bicchieri finemente decorati, di ceste di fiori, che acquistano, dopo l'esperienza parigina (l'artista vignolese vive da nove mesi nella Ville Lumière) una morbidezza di forme, senza venir meno a quell'aura metafisica e a quel rapporto problematico con la realtà manifestati nei quadri raffiguranti la vita dei caffè e dei mercati…
Pittura come realtà, Gazzetta di Modena, 1994.

… Le informali, avveniristiche, irriconoscibili piazze e strade romane di Domenico Simonini…
Liliana Tedesci, Maestri d'Incisione, L'Arena, 20 aprile 1996

… Domenico Simonini è un attento e ottimo conoscitore della società che lo circonda. La fotografa con la notevole abilità psicologica dell'artista che sa riprendere, tramite la velocità del disegno, il reale con immediatezza e che sa dipingere, in seguito, la scena "vissuta", con ponderazione. Solo in apparenza segue le orme del realismo sociale. Domenico Simonini non emette giudizi sui personaggi che egli riprende…E' un artista che ama indagare, raccontare. E' un cronista di storie di normali anonimi.
Paolo Levi, Domenico Simonini, Arte Annuario, 1997

… Simonini è efficace nel ritagliare descrittivamente una situazione, ma sa evitare la caduta in una fredda documentazione, perché la scena è sempre di natura intimistica, in un linguaggio espressivo di calda umanità, con aperture verso la vena malinconica che è alla base della sua pittura. Non viene mai meno quel senso di segreto itinerario esistenziale, come mettono in luce sia "Le Jardin du Luxembourg", con una meditazione sugli aspetti di labilità e sull'illusoria vita dell'uomo, che "Boulevard des Italiens", dove i due musicanti ambulanti, con fisarmonica e violino, aspirano ad una rinnovata fiducia nell'umana solidarietà e convi-venza…
Michele Fuoco, Il parigino di Vignola, Gazzetta di Modena, 11 giugno 1999

… è pittore che seguiamo dai suoi esordi apprezzandone la capacità di "racconto" e l'impegno morale. Se agli inizi le affinità col cesenate Alberto Sughi apparivano evidenti, col passare del tempo (specie da quando Simonini si è trasferito a Parigi, dove tuttora trascorre diversi periodi all'anno) quelle conoscenze si sono andate diluendo. La pennellata si è fatta più gestuale, più rapida, più istintiva….
Ferruccio Veronesi, Tre pittori a Corte, fra realismo e "follia", Il Resto del Carlino, 18 giugno 1999

… Un tempo disegnava figure esplosive, tonde di metafisica afonia, quasi destinate a scop-pio improvviso; ora alla surreale accezione espressiva si è sostituito uno sguardo indagatore di profonda percezione: e la figura non cede nelle fattezze ma si palesa nelle tensioni interiori…
Claudio Rizzi, Profilo d'artista, Il Nuovo Giornale di Bergamo-Centro Diffusione Arte, 1999.


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