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La prassi vuole che dopo ogni consultazione elettorale i commenti siano di due specie: da una parte i vincitori che non sanno stare nella pelle e parlano di trionfo o roba del genere e dall’altra gli sconfitti che, incapaci di altre analisi, danno sempre la colpa dell’insuccesso a qualche altra cosa o a qualcun altro. Nelle valutazioni ascoltate e lette da protagonisti ed “esperti” a proposito delle ultime europee mi pare che nessuno abbia fatto riferimento all’unico vero risultato che coinvolge tutti, vale a dire la sconfitta senza mezzi termini dei partiti e di questa politica. I numeri infatti sono sin troppo eloquenti: gli astenuti sono più della metà degli aventi diritto, il che significa che tutti i partiti pur messi insieme rappresentano soltanto una minoranza. Tanto per fare qualche esempio, il partito che ha vinto e ai cui piedi sembrano accucciarsi in molti, ha conseguito un successo dell’ordine del 12/13 per cento rispetto al totale degli iscritti nelle liste elettorali, il che significa che 87/88 elettori su cento non hanno votato Giorgia o non hanno votato affatto. E stiamo parlando della formazione vincitrice. La riflessione da farsi è come mai è successo tutto questo e perché i partiti nel loro complesso hanno perduto anche un minimo di appeal il che si traduce poi in una diserzione di massa. Perché avviene questo? In fondo la risposta non è così difficile: i partiti si assomigliano sempre di più e sono totalmente incapaci di dare risposte concrete ai bisogni del popolo, non hanno una minima idea programmatica e rappresentano sempre più una setta che si chiude progressivamente in se stessa. Di questo passo tra non molto sarà forse perfino inutile indire elezioni con tutti i costosi apparati, basterà che un circolo ristretto faccia le carte secondo il caso: una a te, un’altra a me e così via. E’ questa allora la democrazia? Vale ancora richiamarsi a Montesquieu (ammesso pure che i protagonisti di oggi sappiano chi sia)? Tutto il resto è “resto di niente”. C’è anche un’altra giustificazione che viene avanzata per assolvere sconfitte e insuccessi, il fatto ad esempio che gli aspiranti dei cinque stelle fossero degli illustri sconosciuti sprovvisti di seguito. Ma quel movimento politico non aveva sostenuto che uno vale uno? Così ovviamente non è tanto è vero che altre formazioni hanno richiamato vecchi e usurati tromboni in grado tuttavia di mobilitare ancora i propri protetti a conferma che capetti e cacicchi non sono stati spazzati via in barba a qualsiasi promessa di rottamazione. Tempo fa un leader politico in occasione di una consultazione invitò gli elettori ad andare al mare e non recarsi ai seggi. Oggi a quanto pare dell’invito non ce n’è più bisogno. Antonio Filippetti |
2024-06-12
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