|
|
Freedonia e Melonia ma anche Sylvania e Salvinia |
|
|
|
|
|
|
|
|
E’ arcinoto che i leader politici cercano, specie in occasioni delle campagne elettorali, di impressionare la gente (qualcuno parla apertamente di sudditi) con colpi a sorpresa, tutto ovviamente con l’obiettivo di raccattare quanti più voti è possibile. Ma ora, a guardare quello che è avvenuto di recente, il pensiero corre alla trama di uno dei capolavori satirici dei fratelli Marx. Il riferimento è al film “La guerra lampo dei fratelli Marx” (“Duch Soap” in originale) realizzato più di novanta anni fa, esattamente nel 1933 e che deride apertamente dittatori palesi e occulti e che proprio per questo fu vietato all’epoca sia in Germania che in Italia. Ma il film è un capolavoro tanto è vero che a proposito Woody Allen ebbe a dichiarare che ”La guerra lampo dei fratelli Marx è uno di quei film che danno un senso alla esistenza umana”. Nel film il dittatorello di uno stato immaginario che si chiama Freedonia (Firefly/Groucho) e che è andato al potere col sostegno economico e per volontà di una ricchissima vedova, muove guerra a un altro fantomatico paese denominato Sylvania; il tutto avviene e si risolve nel giro dei una sola giornata, dalla dichiarazione di guerra del mattino alla sottoscrizione della pace con ballo finale della sera. Ora l’opera è ricchissima di gag (alcune sono nella storia universale del cinema) e fa venire in mente per riflesso quello che è accaduto recentemente in Italia che ora potrebbe anche trovare ispirazione (ma non tanto) dal film e potrebbe anche, mettiamo, chiamarsi Melonia col Presidente del Consiglio che va ad accogliere con tutti gli onori all’aeroporto un condannato all’ergastolo per omicidio e riceve gratificazioni e complimenti da parte di tutta (quasi) la stampa. E’ una gag se vogliamo straordinaria, degna appunto di Groucho Marx e della sua Freedonia. Ma anche Sylvania, e ben guardare, ha un suo controcanto rappresentato egregiamente da Salvinia dal nome del capo della Lega che con i suoi alfieri sostiene il mondo al contrario. Il film dei fratelli Marx è ovviamente, come tutte le grandi opere, anche altro: è infatti una feroce satira della guerra e della sua inutile ma pericolosa stupidità, un tema che sarà ripreso sei anni dopo dal capolavoro di Chaplin “Il grande dittatore”, ed è questo un altro motivo per riflettere sul nostro tempo e le sue inconcepibili aberrazioni. Resta naturalmente lo stupore di dover assistere passivamente a questo scempio, a voler silenziare perfino lo sconforto che ne deriva, ma probabilmente aveva ragione Einstein quando affermava che “la mente è come un paracadute, funziona solo se si apre”. Antonio Filippetti |
2024-05-23
|