articolo 2511

 

 
 
Freedonia e Melonia ma anche Sylvania e Salvinia
 











E’ arcinoto che i leader politici cercano, specie in occasioni delle campagne elettorali, di impressionare la gente (qualcuno parla apertamente di sudditi) con colpi a sorpresa, tutto ovviamente  con  l’obiettivo di raccattare quanti più voti è possibile.
Ma ora, a guardare quello che è avvenuto di recente,  il pensiero corre  alla trama  di uno dei capolavori satirici dei fratelli Marx. Il riferimento è al film  “La guerra lampo dei fratelli Marx” (“Duch Soap” in originale) realizzato  più di  novanta anni fa, esattamente  nel 1933  e  che deride apertamente    dittatori  palesi e occulti e che proprio per questo fu vietato all’epoca sia in Germania che in Italia.
Ma il film è un capolavoro tanto è vero che a proposito Woody Allen ebbe a dichiarare che ”La guerra lampo dei fratelli Marx  è uno di quei film che danno un senso  alla esistenza umana”. Nel film il dittatorello di uno stato immaginario che si chiama Freedonia
(Firefly/Groucho) e che è andato al potere col sostegno economico e per volontà di una ricchissima vedova, muove guerra a un altro fantomatico paese denominato Sylvania; il tutto avviene e si risolve nel giro dei una sola giornata, dalla dichiarazione di guerra del mattino alla sottoscrizione della  pace con ballo finale della sera. Ora l’opera è ricchissima di gag (alcune sono nella storia universale del cinema)  e fa venire in mente per riflesso quello che è accaduto recentemente in Italia  che ora  potrebbe anche   trovare ispirazione  (ma non tanto) dal film  e potrebbe anche, mettiamo,   chiamarsi Melonia  col Presidente  del Consiglio che va ad accogliere con tutti gli onori all’aeroporto un condannato all’ergastolo per omicidio e riceve  gratificazioni  e complimenti da parte di tutta (quasi) la stampa. E’ una gag se vogliamo straordinaria, degna appunto di Groucho Marx e della sua Freedonia. Ma anche Sylvania, e ben guardare, ha un suo controcanto rappresentato egregiamente da Salvinia dal nome del capo della Lega che con i suoi alfieri sostiene il mondo al contrario.
Il film dei fratelli Marx è ovviamente, come tutte le grandi opere, anche altro: è infatti  una feroce satira della guerra e della sua inutile ma pericolosa stupidità,  un tema che sarà ripreso sei anni dopo dal capolavoro di Chaplin “Il grande dittatore”, ed è questo  un altro motivo per riflettere sul nostro tempo e le sue inconcepibili aberrazioni. Resta naturalmente lo stupore di dover assistere passivamente a  questo scempio, a voler  silenziare perfino lo sconforto che ne deriva, ma probabilmente aveva ragione Einstein quando affermava che “la mente è come un paracadute, funziona solo se si apre”.
Antonio Filippetti



2024-05-23