articolo 2497

 

 
 
La clessidra e la sintesi dell’esistenza
 











Due nuove raccolte poetiche di Adriana Ostuni ci pongono a contatto con le tematiche essenziali della nostra vita poiché ci propongono una rivisitazione  delle ragioni del nostro esistere in relazione a  motivi determinanti quali il tempo, la   condizione umana, la memoria  di sé, le ragioni  del nostro esistere. Nella silloge intitolata “Clessidra”, la riflessione poetica della Ostuni è tutta concentrata  sull’evoluzione attraverso cui  il tempo incide sulla nostra vita alimentando di volta in volta attese, desideri,  speranze,  sogni, delusioni, ma anche attimi di felicità e forse anche di “ terrena eternità” giacché ci consente di superare i limiti  della nostra fisicità facendoci presagire qualcosa di “altro”:  “perché è in bilico/ nello spazio tra il vago e il definito / che il tempo assapora l’essenza della vita”.
Questa lezione esistenziale, proposta in chiave poetica,
si specifica per così dire in termini più precisi nell’altra silloge intitolata non a caso “In Sintesi” e che rappresenta una  forma di breviario lirico  che invita a un’attenta meditazione. Il corpus poetico  è suddiviso  in sezioni che coinvolgono  in qualche modo l’esperienza  universale: sono significativi infatti i titoli stessi  della suddivisione: Veritas, Amour, Cosmic,  Chronos, Voyage. Ed è proprio in queste declinazioni che si svolge diremmo l’esercitazione poetica della Ostuni e che alla fine del viaggio (una “invitation “baudeleriana?) ci conduce  a una considerazione positiva poiché è sempre possibile correre verso il sole: “smerigliare gli ingranaggi/ Scartavetrare la ruvidità” (…) “ Così da lambire scenari nuovi/che conducono verso il sole/ sulla rotta di viali alberati/ profumati di gemme di luce”.
La Ostuni riesce felicemente a padroneggiare  lo stile facendo propria la lezione leopardiana secondo cui la poesia
deve  essere essenziale, breve e concisa poiché deve soprattutto  tramettere un ‘emozione. E  qui gli esempi non mancano poiché tutta la raccolta è costruita rispettando questo canone  estetico, ma è proprio in questa essenzialità che la poetessa  coglie il segno  e ci permette  di riflettere: “Non puoi/far tornare in vita/una rosa ormai appassita” (memento); ”Nulla/oltre l’acqua/possiede il pozzo: la luna vi è soltanto riflessa” (riflessi); “Si sfiorano/ la foglia ingiallita/  e il fiore appena nato” (cicli);  “Superiamo/il sentiero impervio/ per arrivare nel prato fiorito” (voyage); “Sono inciampata/ in un brusco incontro/E la vita è cambiata” (In sintesi). C’è anche un’eco dell’esperienza ermetica ma il flusso poetico sembra sgorgare  sincero e maturo. Le due raccolte sono poi impreziosite da alcuni “segni grafici” realizzati dalla stessa autrice e si avvalgono di una puntuale scheda critica di Alessandro Lattarulo.
Antonio
Filippetti

Adriana Ostuni.
Clessidra, pp.80, euro 10,00
In Sintesi, pp.88, euro 10,00
Edizioni Spazio Tempo



2024-02-01