|
|
Una modesta proposta/Un vero anno sabbatico |
|
|
|
|
|
|
|
|
Quasi cinquant’anni fa un pensatore “corsaro” come Pier Paolo Pasolini propose provocatoriamente di abolire la scuola dell’obbligo e la televisione. Naturalmente non fu ascoltato, anche se a giudicare dagli attuali standard delle due suddette istituzioni si è presi da un sentimento di rammarico o di un vero e proprio pentimento. Ma per restare in tema di provocazione, qualcosa si potrebbe fare, non una vera e propria abolizione, ma per così dire una sospensione temporanea. Tanto per cominciare, visto che da un po’ di tempo si parla di anno sabbatico, si potrebbe applicare questa consuetudine della tradizione ebraica allo sport del calcio. Ebbene proprio il calcio che di tutte le discipline sportive è sicuramente la più popolare. Ora proprio dal mondo del pallone arrivano notizie non proprio confortanti: scommesse illegali, minacce, infiltrazioni malavitose, uso di sostanze proibite e altri imbrogli vari: tutte cose che non fanno bene, non solo, ma che rappresentano drammaticamente uno stato dell’arte ridotto in miseria morale. E sì perché in quel mondo i privilegi si sprecano, incorniciando con aureola a cinque stelle i vari protagonisti I quali ricambiano con episodi tutt’altro che rassicuranti, godendo tra l’altro di incomprensibili impunità. Alla fine cioè tutti gli “errori” commessi sono giudicati come dei semplici peccatucci di chi non s’è avveduto, magari in buona fede, di quello che andava facendo. Eppure qualche malpensante ricorda come la fragilità mentale di questi personaggi abbia bisogno del sostegno psicologico solo quando si va a scommettere ma mai viceversa quando si va a controllare il conto in banca. Ora la sospensione di un anno avrebbe, come tutte le cose del resto, alcuni lati negativi e altri positivi, ma a ben guardare questi ultimi sarebbero sicuramente maggioritari. Intanto i vari operatori del settore avrebbero il tempo di riflettere seriamente sulla loro credibilità e sulla loro inconcepibile diversità rispetto a tutti gli altri concittadini che pagano a caro prezzo occasionali sbandamenti comportamentali; altri dovrebbero nel frattempo cercare finalmente un modo dignitoso di guadagnarsi da vivere; un numero notevolissimo di seguaci, finti tifosi e presunti esperti dovrebbe starsene poi a riposo lasciando in questo caso spazio libero alle decine di reti televisive che imperversano tutti i giorni con pseudo talk critici e informativi ma che sono tutti in massima parte una sbiadita riproposizione del bar dello sport. Nel frattempo le reti in questione potrebbero trasmettere altri programmi, ad esempio grandi film e altrettanti straordinari documentari dedicati anche a chi lo sport lo ha praticato nella sua vera essenza, magari senza guadagni milionari ma scrivendo pagine di vita (non solo di sport) memorabili, il che potrebbe risultare utile per chi non conosce questo passato e impara soltanto ad azzuffarsi gridando più forte degli altri nei diversi salotti televisivi. Indirettamente, ma nemmeno poi tanto, questa sospensione potrebbe servire anche da monito per altri ambiti che non possono evidentemente essere sospesi come la sopra citata scuola, la comunicazione nel suo complesso e più ancora la politica. Un silenzio programmato potrebbe insomma essere salutare per tutti, facendo magari proprio il monito dell’ultimo film di Federico Fellini, “La voce della luna”, la cui battuta finale, affidata a un poeta, ci esorta lapidariamente: “Eppure io credo che se ci fosse un po’ più di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire”. Antonio Filippetti |
2023-11-02
|