articolo 2341

 

 
 
A teatro la storia d’amore di Chopin
 







Rosario Ruggiero




Fu personaggio particolarissimo George Sand, al secolo Amantine Aurore Lucile Dupin, scrittrice di fama. Nella prima metà dell’Ottocento scandalizzava il mondo vestendo stivali e pantaloni, portando un nome da uomo, fumando sigari e vivendo spudoratamente la condizione di donna divorziata, madre di due figli, di cui la seconda di paternità indefinita.
Vivace, quindi, la vita sentimentale dell’artista che potette annoverare una relazione anche con il grande musicista polacco Fryderyk Chopin.
E proprio focalizzata sul rapporto amoroso tra la scrittrice e lo straordinario poeta del pianoforte è stato incentrato lo spettacolo teatrale dal titolo “George Sand”, scritto, diretto ed interpretato da Adriana Carli, all’uopo coadiuvata da un pianista, dai costumi di Yari D’Aniello, le luci ed i suoni curati da Cipriano Magliulo ed Andrea Sorrentino nonché le voci di Bruno Minotti e Giulio Adinolfi.
Sessanta minuti circa svolti a Napoli, in
un’elegante sala della sontuosa Villa di Donato, che hanno narrato dell’amore, sulle prime quasi un capriccio, della donna nei confronti del musicista, e dell’ingrato soggiorno a Palma di Maiorca organizzato a beneficio della salute di Chopin ma, purtroppo, avvilito da pioggia incessante.
E fu proprio sull’isola spagnola che il compositore polacco sortì i suoi ventiquattro preludi opera 28, geniali creazioni minime, lapidarie, nelle quali l’artista, non di rado in una manciata di secondi, dona stati d’animo ed emozioni via via cangianti, una sorta di splendidi aforismi musicali.
Nel corso della recita, oltre a qualche preludio, si sono potuti ascoltare anche valzer, studi ed il celeberrimo notturno in mi bemolle opera 9 numero 2 dell’impagabile musicista.
L’operazione rientra in uno sviluppo artistico creativo intrapreso da Adriana Carli, oramai già da tempo, che ha eletto personaggi femminili della cultura di ogni tempo per farli protagonisti di monologhi che indagano sul
loro mondo interiore non disdegnando opportuni cenni biografici.
In “George Sand” la presenza di un pianoforte e delle musiche dell’inclito musicista polacco ha semplicemente rimpinguato una godibilità dello spettacolo già prevedibile.
Il caloroso applauso del pubblico non ha potuto poi che ratificare la bontà di un’iniziativa che ha saputo felicemente unire i vantaggi reciproci di musica e teatro, il teatro elargendo emozioni, scavo psicologico, storia, opportunità immaginativa e chiara virtù educativa, la musica dispensando la sua innegabile magia seduttrice.



2020-02-29