articolo 2322

 

 
 
La collezione Bonelli
 







Rosario Ruggiero




Recentemente insignito del Premio Masaniello Napoletani Protagonisti, Gaetano Bonelli, iniziando da fanciulletto, e animato da una irriducibile passione per la napoletanità, in poco più di sei lustri ha raccolto migliaia di cimeli inerenti alla storia della sua città, sì da creare un autentico museo, divisibile in ben venti differenti aree tematiche, dapprima lungamente racchiuso tra le pareti della sua abitazione, oggi, finalmente, di pubblica visibilità, giacché ospitato nella storica istituzione della Casa dello Scugnizzo.
Tra secolari titoli di viaggio, rarità del Banco di Napoli, antiche insegne commerciali e quanto più, potevano mancare preziose chicche a documentare l’arte dei suoni nella città del Vesuvio?
No, di certo!
Ed ecco, allora, con incontenibile soddisfazione, il nostro benemerito napoletano additarci perle della sua copiosa raccolta, come l’ultimo autografo conosciuto di Saverio Mercadante, che chiude un
contratto diaffitto del 1870, su carta intestata del Banco di Napoli, stipulato con un omonimo discendente di Gaetano Filangieri, ma pure uno spartito musicale di E.A.Mario autografato ed una lettera dello stesso indirizzata ad Achille Lauro ad esprimere approvazione per quanto quest’ultimo faceva per la città, ancora, del glorioso teatro di San Carlo, una notevole collezione di locandine, libretti di sala, medaglie , progetti di restauro, centinaia di documenti che vanno dai primi del XIX secolo agli anni Cinquanta del ’900, ancora, la prima locandina postunitaria conosciuta, annunciatrice di una esecuzione dello Stabat Mater di Gioacchino Rossini diretta da Mercadante. Non mancano le famose copielle (foglietti divulgativi di musica e testo delle canzoni napoletane) datate dal finire del ’700 ai primi anni del secolo scorso, spartiti precedenti all’unità d’Italia stampati a Napoli, libretti d’opera di epoca borbonica, antichi dischi a 78 giri di canzoni napoletane prodotti da case discografichepartenopee, il necrologio di Enrico Caruso stampato in America, l’ultimo catalogo della discografia dell’eccellente tenore stilato con l’artista ancora in vita, documenti ottocenteschi del conservatorio di San Pietro a Majella, biglietti da visita di insigni musicisti tra i quali spicca quello di Francesco Cilea, ed altro ancora.
Insomma una delizia per chi coltiva amore per Napoli o per la storia della musica, che un articolo giornalistico attento all’arte dei suoni non può certo esimersi dal portare, con soddisfazione, alla conoscenza collettiva.



2019-11-15