articolo 2201

 

 
 
Adesso o mai più
La percezione del tempo nell’era digitale
 











Nell’offerta editoriale recente abbondano, come si sa,  prodotti per così dire leggeri,  pensati più che altro per l’intrattenimento del momento, per
 soddisfare   la richiesta di un passatempo  occasionale  come quello che  riserva la televisione ed ora sempre più massicciamente assicurano  i social media. Del resto l’esistenza “live”, il vivere cioè gli eventi non soltanto come una vocazione globale ma nella simultaneità degli accadimenti è una risorsa che secondo gli esperti appaga e alla quale ci dovremo sempre più abituare. Tuttavia - e fortunatamente - capita ogni tanto di imbattersi in ”prodotti” diversi, pensati non per l’istante ma per fare riflettere il lettore in una prospettiva diremmo universale e duratura. Ed è quello che avviene con l’opera più recente di Bruno Pezzella, lo studioso napoletano che da tempo va riflettendo su una materia non sterile od occasionale. Il saggio di
cui si parla è già nel titolo intrigante e provocatorio. S’intitola, infatti “Adessità”.  Diremmo che si tratta di un ardito neologismo ma che si precisa poi con il sottotitolo che dichiara espressamente l’intenzione del saggista laddove ci specifica che  stiamo parlando de “il tempo della provvisorietà e del transito”. Entriamo allora subito in sintonia con un argomento di grande momento. L’adessità non è altro che il “nowness”, l’espressione anglosassone che ci dice che “esiste solo il presente” ed è questa la chiave del nostro tempo. Si rivoluziona lo stile di vita giacché tutto “deve” avvenire in diretta per non perdere nemmeno una briciola di quello che sta “ora” accadendo. Del resto i sempre più ricercati congegni telematici mirano proprio a quest’obiettivo: vivere tutti contemporaneamente il medesimo avvenimento, condividendo in simultanea ciò che accade.
In termini per così dire esistenziali la pretesa è choccante visto che seppellisce  tutto il resto, vale a
dire il passato e il futuro, quello che è stato e quello che sarà. E non importa se così facendo si annulla il valore della “tradizione” e si polverizza l’aspettativa del domani. L’esortazione di Giambattista Vico secondo cui la memoria è la premessa della rinascita o addirittura   la determinazione di Borges per il quale “noi siamo la nostra memoria” sembrano non aver più valore, al pari di tutto ciò che l’uomo ha da sempre affidato al futuro, vale a dire sogni, speranze, illusioni. Ora però conta solo il presente.
 Ma qui si apre un altro capitolo, giacché definire il presente, al di là di tutte le diavolerie  telematiche che  previlegiano  l’ “on line”, non è così semplice  tanto è vero che se ne discute da secoli. Il problema se l’era posto già Agostino diciassette secoli fa e le sue perplessità sull’argomento sono rimaste valide nel tempo. Se il passato non esiste più e il futuro non esiste ancora,  dobbiamo concludere che vige solo il
presente ma  poi  anche questo tempo per essere tale deve trasmutare nel tempo preterito (altrimenti sarebbe l’eternità) e dunque nel passato; da qui  l’incertezza del grande pensatore  il quale affermava   di sapere cos’è il tempo ma di non essere poi in grado di dare una corretta spiegazione a fronte di una precisa domanda.
Pezzella ci propone una riflessione proprio su com’è cambiata la valutazione del tempo e su come ci atteggiamo nei  suoi confronti assumendo come punti di riferimento gli espedienti, i tic, gli slogan, le banalità che alimentano una nuova concezione filosofica dell’esistenza, e lo fa - si direbbe in sintonia con il nostro tempo “liquido” – con mano leggera, con la tecnica suasiva del  “conte philosophique”. Ma l’obiettivo  della sua ricerca è di grande caratura, poiché la considerazione problematica e pericolosa che ne esce è che occorre stare bene attenti, visto che a furia di  privilegiare questo
schiacciamento ottico sul presente, si finisce per perdere completamente di vista  la realtà storica e la progettualità sul futuro restando prigionieri di quella “cloud computing”  (nuvola informatica) dove  l’illusione di un ”eterno presente” cancella inesorabilmente l’identità  individuale.
Antonio Filippetti

Bruno Pezzella
Adessità
Il tempo della provvisorietà e del transito
Cuzzolin Editore, pp.352, euro 22,00



2018-03-02