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La 67ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e le sue forme di arte |
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Venezia, Mostra del cinema.
dal 1-09 al 12-09-2010
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La 67ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, vede generi mescolarsi nelle varie sezioni, anche le più importanti, come Orizzonti e il Fuori concorso. Con una battuta acidula -L’Alzheimer è di destra o di sinistra?-. il direttore della Mostra del cinema di Venezia Marco Mueller chiude definitivamente la polemica con il regista Pupi Avati e la presunta esclusione politica del suo "Una sconfinata giovinezza" storia, appunto, di un uomo malato di Alzheimer. Luoghi dunque dove potremo trovare non solo presenze digitali, ma anche non-fiction e documentari. Questi ultimi sono stati,i prodotti visivi più interessanti degli ultimi anni, soprattutto in Italia, dove sono stati capaci di raccontare quello che la fiction spesso non vede. Molto interesse ci suscita dunque la presenza in Orizzonti di "El Sicario Room 164" di Gianfranco Rosi, documentarista italiano che due anni fa ci ammaliò con il suo "Below Sea Level" (vincitore di premi sia a Venezia che a Parigi), racconto dell’incontro ravvicinato con un narcotrafficante colombiano. "Italiano" anche il doc sulla musica napoletana di John Turturro "Passione", così come "Per questi stretti morire" della coppia di autori Sandri-Gaudino, unici nell’inventare visioni inedite e assolutamente personali. Si scavalcono le frontiere orientali per giungere nel Libano di Maher Abi Sambra (Orizzonti) e rivedere nel suo "When we were communists" la storia di un paese travolto da una guerra civile. Sarà infine di grande interesse andare a vedere l’australiana Sasha Pirker nel suo corto "The future will not be capitalist". Oltre, si intravede una Mostra decisamente squilibrata sui titoli italiani (quattro in concorso, e altri 35 sparsi nelle varie sezioni), meno asiatica del solito, americana quanto basta, europea anzichennò e, a sorpresa, di nuovo attenta all’America Latina. I numeri delle proposte sono in rialzo - 83 lungometraggi nelle 4 sezioni principali, selezionati tra 4251 titoli provenienti da 102 paesi - ma quelli delle casse in ribasso - una sala in meno per le proiezioni e il rimando di un anno per la conclusione del palazzo del cinema. Sommando, si preannuncia una Venezia piena di accavallamenti e titoli a rischio di passare inosservati per l’incapacità dei cronisti di bilocarsi. Ma si sa, Mueller è bulimico e ne va fiero. Per questa 67ma edizione parla di «fluidità del cinema contemporaneo», «superamento di generi e definizioni», «apparizione di nuove lontananze», «pantografia dell’esistente». «Ci siamo lasciati possedere da uno spirito del tempo, rappresentato da una generazione di quarantenni» dice anche, gongolando dell’età media dei registi in concorso, che si aggira intorno alla cifra 47. Tra i giovani, Ascanio Celestini con la sua La pecora nera ex lavoro teatrale sui manicomi; la figlia d’arte Sofia Coppola e il suo Somewhere, reincontro tra padre e figlia in una Los Angeles di derelitti; il bel ritorno di Saverio Costanzo con la Solitudine dei numeri primi, "rubato" al premio Strega, Paolo Giordano; il cileno Pablo Larrain che con Post Mortem si piazza tra i pretendenti al Leone; lo spagnolo Alex de la Iglesia con Balada triste de trompeta; la minimalista americana Kelly Reichardt con Meek’s Kutoff; la greca Athina Tsangari con Attenerg e via andando. Ad alzare decisamente la media ci pensa il newyorkese Monte Hellman (78enne) in concorso con Road to Nowhere . Il poker degli italiani in gara si completa con Mario Martone e il suo Noi credevamo sul Risorgimento italiano e La passione di Carlo Mazzacurati, atto d’amore per il cinema. L’occhio si allarga sull’Europa con Happy Few del francese Antony Cordier e, ancora dalla Francia, la Venus Noire di Abdellatif Kechiche e Potiche di François Ozon; dalla Germania Tom Tykwer con Drei, tragicommedia sull’amore. Dall’Asia, Norwegian Wood del franco-vietnamita Tran Anh Hung, tratto dal romanzo omonimo di Murakami, il thriller 13 Assassins del maestro giapponese dello splatter Miike Takashi, remake del famoso titolo omonimo del 1963 e, per concludere, Detective Dee del maestro cinese Tsui Hark. Chiudiamo qui, in modo incompleto, la carrellata dei titoli in corsa per il Leone. Già da soli danno l’idea di una edizione della Mostra eclettica e non facilmente catalogabile. Che si tratterà di una gran mangiata tuttifrutti lo dimostra già la serata di apetura con ben tre titoli coincidenti: l’americano Black Swan di Darren Aronofsky (quello di The Wrestler) con codazzo di attoroni - Natalie Portman, Vincent Cassel, Barbara Hershey, Winona Ryder - il film di Mezzanotte Machete di Robert Rodriguez e il rappresentante francese per Orizzonti La belle endormie di Catherine Breillat. Per cocnludere con queste prime sommarie informazioni sul Festival 67, citiamo solo la presenza di quattro film in 3D e di alcuni interessanti omaggi: tra cui quello di Vincent Gallo a Silvester Stallone, la proiezione de Il ritorno di Chen Zen per i settanta anni della nascita di Bruce Lee, Letter to Elia di Martin Scorsese (in ricordo di Kazan) e la proiezione di The Last Movie omaggio al grande Dennis Hopper, scomparso lo scorso anno.
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2010-08-02
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