Irriducibile, il Festival della Musica Popolare del Sud Italia anche quest’anno non mancherà il suo appuntamento e, a dispetto di infauste pandemie, con opportune tutele ed accortezze, sarà presente, come di consueto, nel capoluogo campano, nel magnifico scenario del Real Bosco di Capodimonte, seppur con qualche giorno di ritardo. 8, 9 e 10 agosto prossimi, infatti, le date. Le novità non mancano. «L’anno scorso, infatti – ci spiega Aurora De Magistris, in arte Aurora Giglio, artista, creatrice ed organizzatrice dell’evento - la manifestazione era tesa al raggiungimento del maggior numero di spettatori, cogliendo aspetti di contaminazione con le sonorità più recenti attraverso le rielaborazioni musicali di ospiti come il compositore Carlo Faiello. Quest’anno, dopo la iattura del virus Covid-19, ed ai fini pure di una riflessione sull’ingrato fenomeno, si è pensato di puntare l’attenzione sulla massima genuinità etnica,esaltando i valori del ritorno alla natura ed alla socialità, scegliendo, per questo, artisti strettamente del mondo contadino, quindi parti integranti della tradizione popolare più autenticamente vissuta, protagonisti quotidiani della vita rurale provenienti da Puglia, Calabria e Campania». Ma non finisce qui. «Certo, perché quest’anno, per necessario spostamento di date, il Festival della Musica Popolare del Sud Italia si concluderà, inglobandolo, con l’altro evento musicale estivo del Real Bosco di Capodimonte, la “Notte di San Lorenzo a Capodimonte”, nel corso del quale il pubblico, accomodatosi sui prati dello spettacolare belvedere del bosco, tra il panorama cittadino notturno e quello celeste, nella notte di san Lorenzo, ascolterà antiche melodie classiche napoletane che canterò, accompagnata dal fisarmonicista e violinista Vittorio Cataldi, il chitarrista Gianni Migliaccio ed il mandolinista Paolino Coppeto, nella maniera più vicina alla più primigenia modalità difruizione, al chiaro di luna e lume di candele, insomma una suggestiva serenata all’insegna della sobrietà e del fascino delle antiche cose, per un repertorio eterno, straordinario, eppure, paradossalmente, via via trascurato nella città, per come mi è capitato di notare nel corso dei miei più recenti anni di carriera». Il direttore ospitante Sylvain Bellenger? «Entusiasta, perché sostenitore della musica tradizionale nel Real Bosco di Capodimonte il quale, così, si avvicina sempre più al suo desiderio e ideale di luogo più profondamente vissuto dal popolo». Il suo ideale ed il suo desiderio, invece?
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