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Per tutto il mese di maggio la Rai ha mandato in onda uno spot istituzionale in cui si pubblicizzava l’importanza e il valore della lettura. Si è trattato di una pubblicità messa in campo per promuovere il “maggio della lettura”, che è appunto il mese dedicato al mondo dei libri e alla loro “fruizione”. E’ una iniziativa senza dubbio meritoria in quanto come si sa l’editoria libraria sta scontando una grave crisi frutto solo in parte delle difficoltà economiche in cui versa l’intero paese. Lo slogan impiegato è apparso indubbiamente incisivo. Recitava infatti: “leggere fa crescere” contraddicendo in qualche misura quello che non molto tempo addietro l’ex ministro Tremonti ebbe ad affermare e cioè che “con la cultura non si mangia”. Ma ora lasciamo perdere. Il fatto è che, come da troppo tempo accade nel nostro paese, alcune iniziative culturali sembrano messe in campo per “lavarsi la coscienza”, quasi una specie distrano contrappasso alla rovescia, un modo per mettere le mani avanti quasi a chiedere di “non sparare sul pianista” poiché il pianista in questione, come si sa, “fa quello che può”. Ora però non si può vivere di soli slogan e di celebrazioni occasionali. Se si vuole davvero crescere, grazie appunto alla lettura, occorre impegnarsi con politiche adeguate giorno per giorno, mettendo anche in campo risorse adeguate per centrare gli obiettivi. Non basta cioè spronare il prossimo a leggere se non si proteggono poi i libri ed i centri di lettura in modo adeguato. Conosciamo bene, ad esempio, dalle parti nostre, il calvario al quale è stato sottoposta la biblioteca dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Ma sappiamo anche dell’inarrestabile impoverimento dell’offerta libraria che ha visto e continua a vedere la chiusura progressiva delle librerie storiche che pure hanno segnato la vita culturale delle nostre città. Se facciamo infattiun bilancio anche solo degli ultimi anni ci rendiamoconto che alla fine resta davvero poco, cioè poco da leggere. L’attività pubblica scarseggia a sua volta in maniera dolorosa e drammatica: quante sono e come funzionano le biblioteche delle diverse Municipalità? In uno scenario di questo tipo lo spot del ministero sembra più che anacronisctico quasi un affronto o una vera e propria presa in giro.Non solo: ma se è scontato che con la lettura si cresce, cioè si sviluppano conocenze e sensazioni straordinarie (del resto Dostoevskji aveva affermato che la perfezione stessa non potrà venirci se non dal libro),viene da chiedersi in che misura chi è preposto allo scopo si adoperi per far sì che si avveri quanto inopinatamente affermato o forse solo immaginato. Si deve concludere che ci troviamo ancora una volta di fronte ad un ennesimo capitolo della politica degli annunci e delle “buone intenzioni”, un’affermazione generica, inevitabilmente condivisibile mapriva poi di riscontri concreti. Alla fine ciascuno deve continuare a fare da sé, ad ingegnarsi per proprio conto e verificare se e come sia davvero possibile crescere in un mondo di rape che vuole farci credere di rappresentare una eccellenza riverita e tutelata. Antonio Filippetti |
2014-06-02
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