Gli artigiani del mare: ’’L’Europa ci ascolti’’
 











Il futuro della pesca, dicono, dovrebbe dipendere da loro. E dalle buone pratiche che quotidianamente mettono in atto in nome della sostenibilità. Per uno sviluppo reale e duraturo, che rifugge dalla logica dei sussidi. Sono gli artigiani del mare, i piccoli pescatori d’Europa che si sono dati appuntamento al Meeting del Mediterraneo: uno scambio di esperienze, il primo, fra rappresentanti della piccola pesca e delle aree marine protette, organizzato in vista dell’incontro alla Commissione Europea sulla Riforma del settore che entrerà in vigore entro giugno.
Promosso da Progetto MedPan nord, parco Port Cros, riserva di Torre Guaceto, Wwf e Federparchi, il meeting è stato l’occasione per dimostrare che contro l’impoverimento degli habitat e delle specie ittiche, l’ancora di salvezza è data proprio dalle zone dove il mare è protetto: secondo uno studio effettuato da Enrico Sala per la National geographic society, le aree marine protette, quando ben gestite, possonofar "fruttare" la pesca da 5 a 10 volte.
Sono stati oltre 50 i partecipanti a confronto: ognuno ha portato la propria storia di uomo di mare- in Italia, Francia, Spagna, Croazia, Grecia - di esperienza in un’attività antica e affatto semplice, sempre più minacciata dalla pesca "industriale". La pesca artigianale è peraltro un patrimonio culturale ed economico che favorisce opportunità alternative come il pescaturismo.
Al termine dell’incontro, è partito l’appello all’Europa, con le quattro regole d’oro per la salvaguardia dei mari e delle attività, basate sul sostegno ai diversi mestieri della pesca, sulla co-gestione, su linee di credito dedicate ai ‘più piccoli’, sui controlli reali alla pesca sportiva e sull’alleanza con le aree vincolate. Titti Tummino-repubblica






2012-03-19


   
 

 

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