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Simonini un outsider

da "Gazzetta di Modena" maggio 1981
di
Arrigo Brombin


Il giovane pittore vignolese Domenico Simonini (Galleria d'Arte "J.Barozzì" - Vignola ) è poco noto al pubblico modenese, ma sta avendo un meritato interesse e l'attenzione della critica in Germania. Sue opere, infatti, si trovano attualmente esposte in mostre colà organizzate dall'Istituto Italiano di Cultura e della Galleria Eichinger di Monaco di Baviera, come prima tappa di un ciclo di personali che toccherà altri paesi stranieri, con allestimenti a Vienna, Parigi e Bruxel, prima di concludersi a Milano.
Di indole ribelle, Simonini, compiuti gli studi accademici, si èritirato nel suo pese, dove, oggi ventottenne, vive la sua esperienza pittorica da "outsider", intransigente con se stesso, ma insofferente di qualsiasi costrizione; libero di
dipingere a suo piacere, quando e come sente.
Ponendosi davanti alla sue grandi tele, appare subito chiaro che la sua pittura poco si preoccupa di canoni, che d'istinto e ubbidisce principalmente ad interiore sentimento, ad una solitaria impellenza ad esprimere il senso della vita cerato in profondità. Simonini, a nostro vedere, non racconta fatti o eventi, ma comunica nelle vaste tessere di un
Suo enorme mosaico, il suo sentimento della condizione umana.
Dissentimento in parte da De Grada che, in sua pagina di presentazione, assegna questa espressione ad una tendenza realistico-illustrativa, pur condividendo che questa pittura è una manifestazione della secessione, in atto, da canoni che si sono venuti fissando.
Nella pur polemica espressione di Simonini, noi non rileviamo tanto assonanze politico-sociali, quanto piuttosto la puntualizzazione - in personalissimi frammenti d'ambiente, in flash che illuminano le situazioni più banali - di valori umani esistenziali, di una sostanza di scavo del reale. Simonini sembra cogliere immagini come un foto-reporter ,ma quello che lo interessa non è la cronaca sociale, bensì il suo significato ultimo, che è al fondo degli esseri umani.
Benché abile nel disegno, il giovane vignolese deforma le figure, ne distorce i volti ed enfatizza il brutto, dipingendo con spessore materico, a pennellate che ricordano l'esperta sbozzatura a sgorbia dell'artigianato.
Tutto rapporta alla sua misura delle cose; spoglia i suoi personaggi di ogni fascino e li colloca nella luce di una condizione primigenia. Ne risulta una realtà povera e transeunte, tutt'altro che poetica o bella ,ma profondamente vera. Nelle sue "composizioni", Simonini ci confronta con una problematica che ha indirette inferenze sociali, per cui si collega alla cultura figurativa europea, ma ha soprattutto radici personali che filtrano il concerto sentimento del suo ambiente.

 

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