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Città
e campagna
da
"Corriere della sera" - 21 aprile 1984
di R.A.
Tutto
negativo per la città è il rapporto che un gruppo
di pittori, scultori, incisori ha stabilito tra i due termini in
cui vive oggi la nostra società. Ma che tipo dì consorzio
è questo che unisce Maria Luisa Simone e Domenico Simonini,
Albino Rossi e il fabbro scultore Luciano Zanoni? La mostra riporta
ai vecchi tempi, quando le riunioni degli artisti avvenivano intorno
a un tavolo o in fitte discussioni negli studi, non come oggi avviene,
in base ad un programma ideologico.
La città ne soffre: l'emiliano Domenico Simonini parla dell'affollamento,
in chiave metafisica, delle stazioni: questi punti dì fuga
dei prigionieri della città;
In questa mostra dì aperta figurazione, presentata da Paolo
Vallorz, il pittore trentino che è da lustri un personaggio-chiave
degli italiani dì Parigi, ci vorrebbe il soccorso di letterati
che raccontassero la storia personale di ognuno di questi artisti.
Essi espongono a Milano, ma di Milano c'è poco in questa
rassegna. Sembra che in ciascuno di loro prevalga il senso della
campagna. Prevale il tono calmo, al di là di ogni temperie
espressionista. Di fronte a tutto l'armeggiare iperrealista e concettuale
dei nostri tempi, che si ritrova qui nell'esempio di una squallida
urbanistica in Simonini, questi pittori esaltano il modo di vita
della campagna, fuori dalla aggressività del mondo d'oggi.
Sì elevano, con senso di pace oltre il fenomeno vivente.
Le sue figure vivono in un mondo monastico, estraneo al pulsare
cittadino, senza tempo. La tensione di questo giovane artista emiliano
tende ad una fondamentale simmetria uomo-spazio, con una struttura
geometrica che ricorda il migliore '900 metafisico.
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